Nonostante i balzi culturali compiuti dalla società occidentale negli ultimi decenni, il problema della carenza di donatori di sangue, a fronte di una richiesta in crescita, dato l'aumento della popolazione, lo svilupparsi di nuove malattie e il degrado causato dalla crisi economica di questo inizio millennio, sta spingendo ricercatori medici delle più importanti Università a correre ai ripari sfruttando le moderne tecnologie e gli ultimi ritovati scientifici per sopperire al bisogno di trasfusioni con la sperimentazione di sangue artificiale.
Tre fra le più prestigiose Università mondiali, Bristol, Oxford e Cambridge, stanno collaborando con un Team di ricercatori del National Health Service, in Gran Bretagna, con l'obiettivo di iniziare la sperimentazione su volontari umani di trasfusioni alternative, utilizzando sangue artificiale ricavato dalla coltivazione di globuli rossi, partendo da un mix di cellule staminali, prelevate a soggetti adulti, e sangue proveniente da cordoni ombelicali.
La prima fase vedrà la trasfusione su 20 pazienti di 5/10 millilitri di sangue artificiale, confrontando costantemente analisi e reazioni con individui che presentano le stesse patologie, trattati in maniera tradizionale.
I benefici che tale tecnica apporterebbe alla comunità mondiale sarebbero molteplici e andrebbero dalla possibilità di curare tempestivamente ed efficacemente soggetti con gruppo sanguigno raro, ai rischi azzerati di trasmissione involontaria di sangue infetto durante i ricoveri ospedalieri, oltre a soddisfare, con maggior facilità , il già citato fabisogno quotidiano di sangue per milioni di malati.
Vi lascio con le parole di Nick Watkins, direttore Blood and Transplant del National Health Service:
Tre fra le più prestigiose Università mondiali, Bristol, Oxford e Cambridge, stanno collaborando con un Team di ricercatori del National Health Service, in Gran Bretagna, con l'obiettivo di iniziare la sperimentazione su volontari umani di trasfusioni alternative, utilizzando sangue artificiale ricavato dalla coltivazione di globuli rossi, partendo da un mix di cellule staminali, prelevate a soggetti adulti, e sangue proveniente da cordoni ombelicali.
La prima fase vedrà la trasfusione su 20 pazienti di 5/10 millilitri di sangue artificiale, confrontando costantemente analisi e reazioni con individui che presentano le stesse patologie, trattati in maniera tradizionale.
I benefici che tale tecnica apporterebbe alla comunità mondiale sarebbero molteplici e andrebbero dalla possibilità di curare tempestivamente ed efficacemente soggetti con gruppo sanguigno raro, ai rischi azzerati di trasmissione involontaria di sangue infetto durante i ricoveri ospedalieri, oltre a soddisfare, con maggior facilità , il già citato fabisogno quotidiano di sangue per milioni di malati.
Vi lascio con le parole di Nick Watkins, direttore Blood and Transplant del National Health Service:
Gli scienziati di tutto il mondo hanno cercato per anni un metodo per coltivare le cellule presenti nel sangue, così da poter offrire un’alternativa a quello donato per la cura dei pazienti. Siamo fiduciosi che, entro il 2017, il nostro team possa iniziare la fase di test clinico sui primi volontari.
Articolo di HTNovo