Un nuovo report conferma l'utilizzo di tecniche avanzate e non dichiarate da parte di servizi marketing per ottenere informazioni su gusti, tendenze e necessitĂ degli utenti.
C'è un meme molto divertente che gira ultimamente sui social che mostra la faccia sbalordita di una persona associata alla frase quando vedi la pubblicità di qualcosa che hai solamente pensato che, oltre a suscitare una risata, può indurre a riflessioni sullo stato attuale delle nostre vite e delle nostre menti connesse inesorabilmente con la tecnologia che ci circonda e che utilizziamo durante tutto il corso delle nostre giornate.
La pubblicità è da sempre l'anima del commercio e lo è certamente anche di quello elettronico. I grandi colossi della tecnologia e le grandi aziende che si affidano a piattaforme e web per vendere i propri prodotti studiano continuamente nuovi modi per aumentare o consolidare le entrate, cercando sempre di affinare tecniche per raggiungere utenti che davvero potrebbero essere interessati all'acquisto di questo o quell'altro prodotto proposto.
Arrivare a captare il targeting corretto di persone per uno specifico e possibile acquisto è da sempre prerogativa di qualsiasi campagna pubblicitaria su qualsiasi mezzo venga proposta, non solamente su internet, dove le nostre ricerche, le nostre preferenze e i nostri gusti personali sono intercettati dai media per farci visualizzare durante la navigazione ciò che potrebbe davvero servirci o piacerci. Anche in televisione, infatti, è più probabile che durante la trasmissione di un incontro di calcio vadano in onda spot pubblicitari di prodotti maggiormente orientati verso un pubblico maschile e/o adulto. Viceversa, in un canale televisivo specifico per la visione di cartoni animati, sicuramente la pubblicità mostrata può attirare l'interesse dei più piccoli o di mamme ed educatori che controllano i propri bambini.
E naturalmente, non c'è nulla di male in tutto ciò.
Un nuovo report pubblicato da 404 Media, però, ci mette di fronte ad inquietanti interrogativi riguardo i limiti di protezione della nostra privacy, online ma anche offline. Secondo quanto appreso e riferito dalla presunta acquisizione da parte della testata di un deck di Cox Media Group (CMG), un importante servizio di commercio digitale, partner di colossi come Meta, Amazon, Microsoft e Google, fra le tecniche utilizzate per inviarci pubblicità mirata da parte delle agenzie di marketing ci sarebbe anche quella di ascoltare le nostre conversazioni offline sfruttando i microfoni dei nostri dispositivi, teoricamente sempre accesi, visto l'utilizzo di comandi e assistenti vocali, impostabili per essere sempre all'ascolto.
In un documento di presentazione delle vendite dello scorso novembre mostrato alle big hi-tech, CMG illustra i dettagli di Voice Data, la tecnologia utilizzata per captare le parole degli utenti dai microfoni degli smartphone. L'agenzia afferma chiaramente che sì, i nostri telefoni ci stanno ascoltando e spiega nel documento come i colossi citati sopra possono utilizzare i dati raccolti per ottimizzare le campagne pubblicitarie sulle proprie piattaforme.
Nella maggior parte dei momenti della giornata, c'è un dispositivo intelligente nel raggio di cinque centimetri da noi.
Ciò significa che è probabile che un dispositivo intelligente sia a portata d'orecchio quando parliamo dei nostri programmi per il fine settimana, di quanto abbiamo bisogno di ristrutturare la cucina o di quale modello di SUV è più adatto alla famiglia con il nostro partner, e molto altro ancora.
Quando le piccole imprese sanno chi ha bisogno di loro, possono indirizzare gli annunci con maggiore precisione, sprecare meno denaro e ampliare il proprio pubblico.
Nello stesso documento, CMG senza la minima preoccupazione riguardo la privacy degli utenti, rincara la dose per essere ancora piĂą convincente, parlando anche dell'utilizzo dell'intelligenza artificiale per la propria 'missione'.
Non sapere solo cosa stanno cercando, sappi di cosa stanno parlando
Potrebbe sembrare magia nera, ma non lo è: è intelligenza artificiale. La crescente capacità di accedere ai dati del microfono su dispositivi come smartphone e tablet consente al nostro partner tecnologico di aggregare e analizzare i dati vocali durante le conversazioni pre-acquisto.
Il risultato? Una comprensione senza precedenti del comportamento dei consumatori, così possiamo offrire annunci personalizzati che facciano pensare al tuo pubblico di riferimento: wow, devono saper leggere nel pensiero.
CMG nel documento sostiene anche che è perfettamente legale ciò che propone per targettizzare il pubblico, visto proprio l'utilizzo massiccio da parte degli utenti degli assistenti vocali e quindi della scelta consapevole di mantenere sempre attivi i microfoni dei propri dispositivi.
Tuttavia, dopo la pubblicazione del report, Google ha sciolto qualsiasi legame con Cox Media Group. Vi aggiorneremo se ci saranno ulteriori dettagli anche per quanto riguarda le altre aziende. Intanto, una versione archiviata del deck incriminato potete leggerla qui.