Siamo ancora agli inizi di lunghi processi ed appelli già previsti per le accuse di monopolio mosse dalla giustizia americana a Big G. Che non ci sta ed inizia a muoversi.
Google che vende Chrome potrebbe essere parte di un film di fantascienza ambientato nel futuro ed in un'epoca profondamente diversa dalla nostra, con machine solamente volanti, teletrasporto disponibile per tutti, soldi a disposizione di chiunque senza lavorare (una delle previsioni di Elon Musk), viaggi e vacanze interstellari per i più temerari e quant'altro possiamo immaginare, che tanto sognare non costa nulla.
Invece, siamo a fine 2024 e Google si trova (realmente) costretta a commentare una decisione storica del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d'America che obbligherebbe il colosso del Web a ridimensionarsi, vendendo pezzi da 90 della propria struttura e modificando (indebolendo) altre divisioni.
E le scelte, appunto, non sono cadute su elementi di secondo piano ma su cardini su cui l'azienda di Sundar Pichai ha prodotto alcune delle sue fortune più grandi, continue e sempre attuali: nientepopodimeno che Chrome e Android. Il Dipartimento di Giustizia americano vuole imporre a Google la vendita di Chrome e profonde modifiche al sistema operativo mobile Android per porre fine al monopolio del gigante del Web sulla ricerca internet, dando più spazio e possibilità sulle diverse piattaforme a sistemi di ricerca di aziende concorrenti, come Microsoft, Apple, OpenAI e gli altri.
Da non esperto in materie economiche/giudiziarie e neanche di politiche attinenti in vigore negli Stati Uniti, la decisione del Dipartimento di Giustizia mi sembra non attinente ai principi libertari e di meritocrazia tipici di ogni democrazia moderna. Da come la vedo io, sarebbe come imporre a McDonald's di smettere di vendere i suoi Big Mac (al di là delle sentenze sull'esclusività del marchio) perché una percentuale troppo alta di persone li preferisce ai panini che fanno gli altri, perché troppo più buoni dei loro. Voglio dire, dovrebbero essere gli altri ad imparare a preparare panini più appetitosi e saperli promuovere adeguatamente. Il problema non dovrebbe essere mai di McDonald's.
Google ha il monopolio della ricerca non per grazia ricevuta ma perché a distanza di decenni è ancora e di gran lunga il sistema migliore per cercare su internet. Nonostante vari problemi derivanti dalle tecnologie più attuali e che in certa misura hanno rimescolato le carte del Web, con aggiustamenti di tiro da parte di Big G attuati con i sempre più sofisticati aggiornamenti principali dell'algoritmo, gli altri sistemi per effettuare ricerche e navigare in rete continuano, chi più chi meno, a fare schifo, rispetto a quanto offre Google. E vale per tutti, compreso il nuovo motore di ricerca di ChatGPT che è interamente (o quasi) basato su Bing (che resta sempre uguale dopo anni di pseudo miglioramenti).
Ciò è sacrosanto per il motore di ricerca ma anche per lo strumento principale per navigare il Web, ovvero il browser (Chrome), e per il software che spinge i sempre più indispensabili dispositivi mobili, ovvero Android.
E, come al solito, se le richieste del Dipartimento di Giustizia degli USA saranno confermate, a rimetterci saranno soprattutto le persone e la qualità complessiva dell'esperienza tecnologica in proprio possesso. Così la pensa anche Google che commenta come 'sbalorditiva' la richiesta della giustizia americana. Ecco le parole di Kent Walker, President of Global Affairs, Google & Alphabet:
Nell'ambito della sua causa sulle modalità di distribuzione di Search, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ) ha presentato questa sera una proposta imponente che mira ad apportare cambiamenti radicali ai servizi Google.
In questo caso, il Dipartimento di Giustizia ha avuto la possibilità di proporre soluzioni relative alla questione: accordi di distribuzione di ricerche con Apple, Mozilla, OEM di smartphone e operatori di telefonia mobile.
Invece, il DOJ ha scelto di promuovere un programma interventista radicale che avrebbe danneggiato gli americani e la leadership tecnologica globale degli Stati Uniti. La proposta selvaggiamente esagerata del DOJ va molto oltre la decisione della Corte. Romperebbe una serie di prodotti Google, anche oltre la Ricerca, che le persone amano e trovano utili nella loro vita quotidiana.
Questa proposta estrema:
- Mettere a repentaglio la sicurezza e la privacy di milioni di americani e compromettere la qualità dei prodotti amati dalla gente, imponendo la vendita di Chrome e potenzialmente di Android.
- Richiedere la divulgazione a società straniere e nazionali sconosciute non solo delle innovazioni e dei risultati di Google ma, cosa ancora più preoccupante, delle query di ricerca personali degli americani.
- Raffreddiamo i nostri investimenti nell'intelligenza artificiale, forse l'innovazione più importante dei nostri tempi, in cui Google gioca un ruolo di primo piano.
- Danneggiano i servizi innovativi, come Firefox di Mozilla, le cui attività dipendono dalla fatturazione da parte di Google per il posizionamento nei risultati di ricerca.
- Limitare deliberatamente la possibilità degli utenti di accedere alla Ricerca Google.
- Imporre al governo la microgestione della Ricerca Google e di altre tecnologie nominando un “Comitato tecnico” con un potere enorme sulla tua esperienza online.
L'approccio del Dipartimento di Giustizia si tradurrebbe in un'ingerenza governativa senza precedenti, che danneggerebbe i consumatori, gli sviluppatori e le piccole imprese americane, mettendo a repentaglio la leadership economica e tecnologica globale degli Stati Uniti proprio nel momento in cui è più necessaria.
Come ha affermato la Corte, Google offre "il motore di ricerca di qualità più elevata del settore, che ha fatto guadagnare a Google la fiducia di centinaia di milioni di utenti giornalieri". Siamo ancora alle prime fasi di un lungo processo e molte di queste richieste sono chiaramente lontane da ciò che persino l'ordine della Corte ha contemplato. Presenteremo le nostre proposte il mese prossimo e presenteremo il nostro caso più ampio l'anno prossimo.
Ne è passato di tempo da quando Google affermò che le persone utilizzano Bing solo per cercare Google, ma siamo tuttavia ancora all'inizio di un percorso che sarà lungo e tortuoso per tutti gli addetti ai lavori, con la cessione di Chrome o Android da parte di Google che continueremo a considerare - almeno per qualche anno ancora - pura fantascienza.
Articolo di HTNovo